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La rivoluzione di Fra' Tommaso Campanella 1970

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LA SCENA

Consta di un cubo di legno chiuso nei suoi quattro lati e con il tetto di vetro resina. La chiusura centrale è ottenuta da un portellone che può scendere a terra e rivelare l’interno. Ai due lati del cubo sono cernierate due pareti che ruotano su se stesse e formano due ali laterali o vanno a chiudere il centro, alternativamente. Anche la parete di fondo si apre, scorrendo. Nel fondo, incorniciato da due quinte, un PVC bianco.
In proscenio, a sinistra, un mappamondo. A destra, un tavolo e una sedia. Il cubo è rivestito al suo interno di stoffa rossa.
All’aprirsi del sipario, il cubo ha il portellone chiuso. Vi è raffigurata la “Nascita della Vergine”, del pittore stilese Francesco Cozza. L’affresco è incompiuto. Appoggiata alla parete, una scala di legno sulla quale il PITTORE/JOLLY salirà per lavorare al dipinto.

I PERSONAGGI

Fra Tommaso Campanella
Papa Urbano VIII
Fra Dionisio Ponzio.
Il Vescovo Sirleto / Il Nunzio Aldobrandini / Maurizio De Rinaldis / Sanchez il Pittore / Narratore / Fra Domenico / Martinez Geronimo Campanella CATERINA, sua seconda moglie Suor Oriana / Donna / Angelus diabolicus

 

PRIMO TEMPO

PROLOGO
All’aprirsi del sipario il cubo è chiuso frontalmente dall’affresco incompiuto del pittore stilese Francesco Cozza, “La nascita della Vergine”. Il pittore/jolly, issato su una scala rudimentale, lavora al dipinto. Musica: Tema della Vergine.
Quando cessa la musica, il pittore stacca da un chiodo infisso in un paiuolo della scala la chitarra e recita, accompagnandosi (ma può essere accompagnato da fuori):

PITTORE De lo mese di dicembre 1532 se revoltai una terra in Calabria nominata Santa Severina contro lo signore Andrea Carafa per causa che detto era multo tiranno
stacco di chitarra
De lo mese di settembre 1541 se revoltai una terra in Calabna nominata Stilo contro lo Duca di Nocera che era multo tiranno e fuore de Stilo lo discacciò
stacco di chitarra
Nell’anno del Signore 1563 il fuoruscito Marco Berardi più di mille uomini radunò et occupò0 la città di Crotone in Calabria per protesta contro li baroni tiranni.
Onde fu deao Re Marcone et fece uno governo et ministrava la giustizia et ordinava gabelle et faceva le paghe agli uomini suoi et metteva taglie sui capitani spagnuoli che il Viceré gli mandava contro.
Durante le ultime battute il pittore/jolly è sceso dalla scala e l’ha poggiata lateralmente, mentre e.entrato fra dionisio con una chitarra.
DIONISIO (canta) Tira nimicu miu tira la pinna fuossica esci a morti la cunnanna
PITTORE (canta) Tu tieni carta calamari e pinna e iu pulvera e palle a miei cummannu.
DIONISIO Tu si lu viceré de chistu regnu e iu sugnu lu rre de la campagna Insieme Tannu nimicu miu tannu mi riennu quannu la capu mia gir’ alla’tinna.
Alla fine della canzone, il pittore scuote il capo.
PITTORE Ribellioni, ribellioni, tutto inutile. Chi non ha non è.
DIONISIO È vero, ma è pure vero che il popolo è potente anche quando non tiene niente, perché niente ha da perdere: “Tri sunnu i potenti: u rre, u Papa e u pezzenti”.
Escono. uscendo sganciano il portellone centrale.

1 – L’ALLUVIONE. STIGNANO, 14 APRILE 1599.

Il portellone centrale cala a terra rivelando al suo interno il povero casale dei Campanella.
Geronimo Campanella, padre di Tommaso, sulla cinquantina e seduto e guarda fuori. Caterina, la seconda moglie di Geronimo, sui 35 anni, si muove nervosamente, a contrasto con la immobilità del marito. Porta fuori casa una tinozza per raccogliere l’acqua piovana, rientra. Guarda in alto, è furiosa perché si è bagnata. Si toglie lo scialle dal capo, lo torce, ne fa uscire l’acqua. Lampi tuoni e scrosci di pioggia.
CATERINA Cristo d’Iddio! Dieci giorni sono che piove!
GERONIMO (Prende una scarpa, la lavora: è calzolaio). Già. E i buchi nelle scarpe s’allargano.
CATERINA Dieci giorni che piove ogni giorno e in ogni dove.
GERONIMO Tutti i poveri hanno i piedi a mollo. Contro i ricchi però non ci piove: hanno doppia suola, loro.
Ridacchia.
CATERINA Cosa ridi, “minchiuni”?
GERONIMO Statti calma, Catarina.
CATERINA Hanno visto una scala nera dentro la pioggia, con un cipresso sulla cima.
GERONIMO L’ho sentito.
CATERINA E che vuol dire?
GERONIMO (ridacchia) È segno buono.
CATERINA Io tengo paura, hai capito? Tengo paura.
GERONIMO Il diluvio finirà e verrà il sole.
CATERINA Si ma quando? Io intanto mi piscio sotto dalla paura e tu che sei mio marito che fai, eh, che fai?
GERONIMO Io riparo le scarpe.
CATERINA Oh povera di me, l’umidità m’è entrata nella pelle e nessuno mi aiuta! U prevete sta sempre rinserrato nella parrocchia, il sindaco... sei tu che fai lo scarparo... e io sugnu sola... E ‘u Papa? A ‘stu mumentu che faci,’u Papa?
GERONIMO (sorride) Rispira.
CATERINA E ‘u rre?
GERONIMO Staci all’umbra picché non c’i:’u Suli.
CATERINA Ma tu che fai, per il culo, mi pigli?
GERONIMO Statti calma, Catarina.
CATERINA Il cielo s’è sfondato e tu mi dici di stare calma?
GERONIMO E che ti devo dire? Stai nervosa come un picchio!
CATERINA Come un coccio deve spaccarti, il fulmine!
GERONIMO Statti calma, Catarina. Perché ce I’hai tanto con me?
CATERINA Perché una scarpa non è uno stivale.
GERONIMO Non t’ho capito, moglietta mia.
CATERINA Non ti ricordi, eh? Non ti ricordi o fai finta... Quando ti sposai, che eri ricco solo di figlie femmine e di un maschietto “Vedrai - mi dicesti - per farti stare bene lavorerò il doppio, da un paio di scarpe tireri, stivali”, invece una scarpa è una scarpa e uno stivale è uno stivale, e non si fanno stivali dalle scarpe.
GERONIMO D’accordo, Catarina. Ma io ho fatto scarpe da stivali.
CATERINA Maledetto il giorno che ti dissi di si, sissignore, maledetto, da quel giorno non sono uscita più dalla cucina e fatico e fatico che la sera non ci ho neanche la forza di arrivare fino al letto che casco di sonno sulla sedia e la notte mi ritrovo davanti al focolare spento con il culo freddo... Da quel giorno più non ebbi pace e scappammo da Stilo per la peste e tua cugina Emilia è morta per tre giorni e poi è resuscitata e s’è messa a parlare del secolo passato che ne prevete né il frate ci hanno capito un cazzo benedetto e poi ci sono terremoti che si mangiano paesi in Sicilia e qui in Calabria e hanno visto una cometa vicina a terra che passava da levante a ponente e piove da dieci giorni a cielo rotto e tu che fai mastro Geronimo mentre il mondo va a finire? Ripari le scarpe oh povera di me, Gerò, tu sei scarparo qui
Indica la testa.
GERONIMO Tutto questo che dici è segno buono.
CATERINA Ma chi te l’ha detto, ah? chi te l’ha detto?
GERONIMO Tommaso nostro me lo disse.
CATERINA Tommaso nostro? Tuo, Geronimo, tuo e di Catarinella buonanima, che Dio le perdoni i suoi peccati! Io le cosce non le apri, per fare uscire chiddu diavulazzu!
GERONIMO (Si alza, furioso) Ma che chiacchiari, tu, fimmina matta? Tommaso ingrandito tanto che lo chiamano beato! Quando predica tutti lo vanno a sentire perché dice l’evangelio da verbo a verbo. E quando dice messa, tutti l’ascoltano volentieri, grandi gentiluomini e villani!
CATERINA Ma se è tanto da bene perché il Santo Offizio l’ha inquisito e carcerato per più di tre anni? Perché gli hanno fatto fare l’abiura a Roma e l’hanno rimandato a Stilo?
GERONIMO Sono favole, queste che ti dissero! Tommaso è ritornato a Stilo, patria sua, per riposarsi e curarsi le infermità dopo tante tribolazioni! Ha male agli occhi, ha la sciatica e l’ernia e spesso sputa sangue.
CATERINA Io non l’ho mai visto e debole non sembra, t:grande e grosso come un torrione.
GERONIMO Il tuo figliastro è un sapiente e sta scrivendo un libro che non lo fece né Luca né Giordano né nessuno degli Apostoli.
CATERINA La sua scienza del dimonio! Dicono che ha uno spirito qui, dentro l’unghia.
GERONIMO Queste sono maldicenze di gente ignorante e superstiziosa. Tommaso e uomo di scienza. Ricorda un libro di 500 pagine solo a leggerlo una volta.
CATERINA Ti pare normale? Vuol dire che stregato è!
GERONIMO Ma che stregato! Tommaso ha sette bozze sulla fronte, sette pianeti ascendenti favorevoli, simbolo di genio!
CATERINA Il tuo genio è posseduto dal diavolo! Fu processato nel convento di Sant’Agostino a Padova perché s’era inculato il Padre Generale!
GERONIMO Taci, malalingua!... E poi come le sai, tu, queste cose?
CATERINA Fra Dionisio m’ha detto tutto: m’ha detto pure che il Padre Generale era un povero vecchio
GERONIMO Fra Dionisia è il pie gaglioffo e bugiardo dei domenicani! Ci fu un processo e Tommaso fu prosciolto da ogni accusa! Tu ci hai il fiele dentro il cuore e sparli del Messia novello!
CATERINA Il tuo messia porterò male, me lo sento! Cosa vuole predicare di rinnovazione con quei banditi che gli stanno accanto? Guarda fra Dionisio Ponzio: non l’hai detto pure tu che è uno sporcaccione e un prepotente? E Fra Giovanni Battista da Pizzoni, ladro donnaiolo e scandaloso? E quei frati di San Basilio amici suoi? Dove c’è: donna gravida o puttana, lì è passata la minchia basiliana! E Fra Domenico, lo scemo del convento? E quei nobilotti senza quattrini e senza nobiltà? E i banditi fuoriusciti? è con questi che il tuo Messia voli cangian ‘u munnu? Alla larga, Geronimo, alla larga! Tuo figlio e questi frati e questi preti ti fanno annegare Domineddio e bestemmiare la Madonna Santa!
Si sente una musica bandistica.
GERONIMO La processione! Andiamo, Catarina!
CATERINA (coprendosi il capo con lo scialle) Andiamo.
Prendono degli ombrellacci di campagna ed escono. Dall’esterno richiudono il portellone.

II - SANTI BAGNATI - STESSO LUOGO, STESSO GIORNO

Entrano da sinistra Fra Dionisio e Fra Domenico (Fra Domenico è interpretato dal pittore/jolly) seguiti da una donna velata. Caterina e Geronimo si accodano. Girano intorno al cubo, litaniando e cantando. Tutti sono coperti da ombrelli rudimentali. Fra Dionisio e Fra Domenico portano due santi di legno di una cinquantina di centimetri, Cosma e Damiano. Tutti (salmodiando) Santissimi Cosma e Damiano fate smettere la pioggia, vi preghiamo!

CATERINA Sono dieci giorni che piove sul grano dieci giorni che la terra è un pantano. Dionisio Le nostre celle trasudano acqua il pane è molle e umida è l’ostia santa. Domenico Santissimi Cosma e Damiano se la pioggia non cesserà, Cristo nel calice affogherà.
DIONISIO (canta) Santa Lia non far chioviri picché tata è gghiutu fora si n’ha gghiutu senza cappa ohi Madonna teni l’acqua.
Nuovo giro intorno al cubo.
Domenico (canta) Trona e lampi jati a ‘rassu (andate lontano) chista e la casa di Santi Sassu Santu Sassu e Santu Simoni chista è la casa di nostru Signuri San Tommaso d’Aquinu di la casa simu vicinu pi la vostra divozione libertindi di lampi e trona! Dionisio U jurnu di Santa Varvara dui nuvoli ci stavano una d’acqua e n’antra de ventu Santa Vàrvara fati bon tempu. Tutti Santa Vàrvara fati bon tempu LAMPIE TUONI.SCROSCI DI PIOGGIA.
DIONISIO (canta, irato) Lampi e trona, nusgia fimmina est bbona e si fusse est, jettala da finestra!
Nuovo giro. terminano al centro scena, vicino alla tinozza d’acqua.
DOMENICO (minaccioso, ai santi) Santissimi Cosma e Damiano o spunta il sole o vi bagniamo! Dionisio Santissimi Cosma e Damiano o spunta il sole o vi bagniamo! Tutti Santissimi Cosma e Damiano o spunta il sole o vi bagniamo!
Lampi e tuoni. i due frati immergono i santi nella tozza e li ritraggonoi bagnati; stanno per ripetere la loro azione quando un uomo con una maschera solare sul viso entra correndO.
UOMO Firmi, bestemmiatun! Iesci ‘u suli!
Entra tommaso.sui trent’anni, grave, jeratico. indossa il saio nero del domenicano, col colletto bianco.
Sale sulla scala posta di lato al cubo, sporge la mano per vedere se piove ancora. un lampo di luce indica il sole
CATERINA Nun chiovi cchih, è uscito il Sole! Uomo Fra Tommaso ‘u miraculu fici!
ESCE CORRENDO.
TUTTI Miracolo... miracolo... miracolo!
Tutti guardano in alto, verso Tommaso. Tommaso predica come da un pulpito. musica: torna il tema della vergine.

III - LA PROFEZIA - STILO, 15 APRILE 1599. CHIESA MATRICE.

TOMMASO Fratelli questo nostro predicare ha radice nel tempo e nelle cose della Calabria povera e infelice. I nostri governanti, pur cangiando pelo, si mostrano vani e incapaci e ci opprimono al punto che molti di noi preferiscono il Turco allo spagnolo infido o al barone inetto. Fratelli l’eguaglianza toglie di mezzo invidia rapacità e odio mentre l’egoismo e gli altri mali nascono dalla proprietà. Ai giorni nostri si vede un uomo che ha 100.000 scudi di rendita e mille che hanno 3 scudi per uno. I pochi che hanno 100.000 scudi spendono in cani, cavalli e bagasce! E se i poveri litigano con loro non possono avere giustizia perché i ricchi comprano i giudici e i poveri sono costretti a farsi banditi e finire in carcere. Oh triste è la genia delli baroni che dilapidano sostanze e poi spogliano le plebi e le gravano di tasse! Le quali tasse, Fratelli non dovrebbero essere personali ma reali, cioè non basate sui singoli ma sui beni, altrimenti, tutto il carico del fisco cade sui poveri. Fratelli ho parlato con tanti cristiani e per strada ho sentito il lamento dei villani: tutti sono disposti a mutazioni! E presto ci saranno rivolgimenti a Napoli, che sempre fu terra di rivoluzioni! Fratelli interrogati gli astri e grazie a ottimi strumenti matematici e a fisici eventi ho trovato che il Sole si e avvicinato alla terra per più di dieci miglia e che la via dello Zodiaco s’è ristretta di 24 minuti e che tutti i poli sono “scommossi” e sono mutate quelle cose che per duemila anni non mutarono! Fratelli ho considerato giusto trattar di riforme e conversioni degli Stati secondo le profezie di Santa Brigida svedese... e di Gioacchino da Fiore calabrese. Fratelli il nostro anno è fine di secolo e principio di secolo che sarà detto d’oro, poiché il 1600 si compone di sette e nove centinaia, numeri fatali. Fratelli io predico che un uomo dottissimo in tutte le scienze e capacissimo nella divinazione del futuro, un uomo nato a debellar tre mali estremi - tirannide sofismi ipocrisia nuovo profeta, nuovo legislatore, nuovo Messia, creerà qui nella Calabria vostra una Repubblica di pace! Fratelli il popolo una bestia varia e grossa che ignora la sua forza! Tutto è suo quanto sta tra cielo e terra! Fratelli conviene che il popolo sia pronto e voi con lui e noi con voi. Io vi dico ch’è ormai vicino Il giorno dei rivolgimenti. Quel giorno, fratelli, beato chi avrà gli occhi aperti beato chi avrà molti amici beato chi si troverà armato!
La predica finisce tra gli applausi dei presenti. Musica: tema della rivoluzione. Escono tutti.

IV - SQUILLACE, CASA DEL VESCOVO SIRLETO. 2 MAGGIO 1599.

Luce sul lato destro della scena. seduto in poltrona, davanti al tavolo, il vescovo tommaso sirleto. scrive. entra tommaso. aspetta, in apparente soggezione.
VESCOVO Ti ho chiamato, Fra Tommaso Campanella, per comunicarti in forma paterna la mia decisione riguardante il tuo ufficio di predicatore. Le persone che hanno giudicato le tue prediche sono competenti. Io assumo in pieno la responsabilità di quanto sto per dirti. E tu devi piegarti alla superiore autorità ecclesiastica. Tommaso Già una volta l’ho fatto. A Roma, in Santa Maria sopra Minerva, a capo chino e con la corda al collo mi fecero abiurare. Vescovo Conosco i tuoi trascorsi burrascosi, figliolo. Tommaso Anche qui, nella mia terra, mi si vuole colpire.
VESCOVO Sappiamo che il popolino apprezza le tue prediche, ma tu non devi badare a quello che vuole la gente, devi seguire la tua coscienza di predicatore rispettoso delle dottrine della Chiesa.
TOMMASO Sono stato perseguitato e carcerato perché ho scritto contro Aristotile, che era un filosofo pagano. E a Napoli sono stato processato perché ho scritto in favore del filosofo cosentino Bernardino Telesio, cristiano.
VESCOVO Ah, Tommaso, sai bene che la filosofia di Telesio non i: compatibile con la verità della rivelazione. E sai che ti hanno accusato di avere disprezzato la scomunica. Pare che tu abbia detto: - Com’è, questa scomunica, i:una cosa che si mangia? Tommaso Non è vero!
VESCOVO E sai pure che sei stato accusato di sapere troppo solo perché la tua scienza viene dal demonio. Tommaso Ho sentito questa favola, è stato il colmo! “Come sa di lettere, costui, se non ha mai studiato?” Cosi mi bollò un accusatore! Ma io gli ho risposto: - Porco ubriacone, ho consumato più olio io per leggere che tu vino! Vescovo Forse ne hai consumato troppo. L’olio brucia e poi si muta in fumo. Tommaso Fumo? Il mio sapere, fumo lo chiamate?
VESCOVO Non hai bisogno di sapere terreno che può spingere nelle braccia ullose del demonio, che Dio lo fulmini nell’inferno. Hai bisogno di verità eterne e solo la Chiesa di Cristo nostro Signore può, deve, e sa dartele.
TOMMASO La Chiesa, che è retta dallo Spinto Santo, non ha mai stabilito niente in materia di ricerca. E non s’è mai occupata di scienza fisica. Vescovo Appunto. perché te ne devi occupare tu? Lascia stare queste cure, tu hai mente occupata in troppo cose. Mi è stato riferito che sei cultore di magia e astrologia.
TOMMASO Lo erano Alberto Magno, Pico della Mirandola, Marsilio Ficino, sacerdoti. Esistono due specie di magia, una demonica che è illecita e perversa e una naturale che è utile e necessaria. Chi esercita la magia naturale con rispetto del creatore può oltrepassare la natura
VESCOVO (si altera, in difficoltà) Aristotile dice che è vano pensare tanto alto!
TOMMASO E io dico con Ermete Trismegisto che e bestialità pensare tanto basso!
VESCOVO Il tuo Ermete Trismegisto era un pagano, Fra Tommaso!
TOMMASO Lo era anche Aristotile!
VESCOVO San Tommaso d’Aquino ha insegnato che i misteri della Chiesa non si possono conoscere per via naturale!
TOMMASO San Tommaso non aveva letto né i platonici né Ermete Trismegisto, perché le loro opere a quel tempo non erano tradotte in latino. Ecco perché necessita una revisione della teologia tomistica!
VESCOVO Una revisione della Teologia di San Tommaso? E chi avrebbe polso per un’opera siffatta?
TOMMASO Io voglio fare nova teologia. Voglio elaborare una teologia dove la grazia sia una sorta di magia divina derivata dalla “magia naturalis”...
VESCOVO Tu sei un visionario, Fra Tommaso, ma le tue visioni sono intrise di tintura eretica pervicace. lo sono stanco della pia pazienza che ho dimostrato al tuo riguardo. E ora so quant’e perniciosa la tua predicazione pubblica.
TOMMASO lo predico il Vangelo dei poveri.
VESCOVO Tu insisti sul tema della lotta dei poveri contro i ricchi! Ma la lotta dà solo frutti amari di odio e di rancore per chi ascolta! Tommaso Voi dovete farvi carico dei rifiutati della società altrimenti vi mettete fuori dalla comunione della Chiesa! Vescovo È compito del predicatore annunziare il mistero della Salvezza, ma sarebbe tradire il messaggio cristiano interpretare questa salvezza solo in senso sociale, come riscatto dall’oppressione e dallo sfruttamento. Gesù Cristo inviò i suoi Apostoli ad annunziare che il figlio di Dio con la sua morte e resurrezione ci ha liberati dal potere di Satana e dalla morte eterna, trasferendoci nel Regno del Padre. Il nucleo essenziale del Cristianesimo è dunque nella resurrezione di Cristo e nella salvezza dal peccato! Cristo non era un agitatore sociale! La Bibbia dice che saremmo i più disgraziati degli uomini se il messaggio di Cristo fosse solo giustizia sociale e non la fondamentale realtà della Salvazione del genere umano! Tommaso “Lo spirito del Signore i: su di me, per questo Egli mi ha unto: per evangelizzare i poveri mi ha mandato a guarire i contriti di cuore, ad annunziare ai prigionieri la libertà, a restituire ai ciechi la vista, a rendere liberi gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore!” Vescovo Tu vuoi separare l'autorità gerarchica dal popolo dei fedeli! La tua religione è scandalo, Fra Tommaso! Guai ai seminatori di scandalo!
TOMMASO E tuttavia i: necessario che scandalo vi sia. Dice il Vangelo che l’unità nel Cristo si ottiene solo grazie al vaglio spietato dello scandalo!
VESCOVO L’unità della Chiesa è nelle prerogative della gerarchia!
TOMMASO L’unita della Chiesa è nelle prerogative del popolo di Dio! “La Chiesa e uno Stato quanto la Repubblica di Venezia”, ha detto il Cardinal Bellarmino.
VESCOVO La Chiesa è una società perfetta perché ha mezzi e fini per conseguire questa perfezione! E tu, Fra Tommaso, se vuoi essere nella Chiesa devi esercitare le tue funzioni nei limiti e secondo le linee della superiore autorità ecclesiastica!
TOMMASO “Noi non possiamo non parlare”.
VESCOVO Io, tuo Vescovo, ti chiedo obbedienza.
TOMMASO “Si deve obbedire a Dio anziché agli uomini”.
VESCOVO Ebbene, Fra Tommaso: io ti sospendo dall’ufficio di confessore e di predicatore. Ti nego licenza di predicare a Stilo e a Monasterace. Inoltre non sarai presente a Catanzaro quando si celebrerà il Capitolo Provinciale.
TOMMASO I sapienti non sono premiati o esaltati secondo il mento ma al contrario sono sbassati e tenuti sotto, contro ogni giustizia. Perché sono letterato cercate di tenermi sepolto!
VESCOVO Vattene, Fra Tommaso Campanella. Questa sepoltura è un letto sibarita a confronto di quella che ti aspetta.
Musica: dies irae.

V - TEMPO DI FILOSOFI - DAVANTI ALLA CASA CAMPANELLA.

Sono in scena fra Domenico (il pittore), fra Dionisio. entra Geronimo, ha un cestino di fichi sotto il braccio.
GERONIMO Fratelli, vediamo se oggi siete acuti. L’indovinello dice: “‘U Papa l’havi grossu,’U Cardinali cchiu, i fimmini s’’u caccianu e s’’u mettinu”... Cos’è?
DOMENICO Io lo so... lo so...
GERONIMO E allora diccelo, Fra Dome’...
DIONISIO Scommetto che non è quello che hai pensato tu... Sarebbe troppo facile, no? un indovinello è un indovinello... Vediamo un po’... Il Papa ce l’ha grosso... Il Cardinale di più... le donne se lo infilano e se lo levano. È... non lo so.
DOMENICO La minchia!
DIONISIO Coglione, te l’ho detto che non può essere! Cos’è, Gero’?
GERONIMO (trionfante) È l’anello!
RISATE.
DIONISIO Bene, parliamo di cose serie. Che fa tuo figlio, Geronimo? S’tì deciso?
GERONIMO Sissignore, s’e deciso.
DIONISIO Ma davvero?
GERONIMO Si ti dico di sì!
DIONISIO S’è deciso al gran passo?
GERONIMO S’è deciso, s’e deciso. Come devo dirtelo, in latino?
DOMENICO No, ché io non lo capisco!
GERONIMO Bel frate che sei! Come farai a dir messa?
DOMENICO E che ne saccio? Me l’imparerò a memoria, come Fra Dionisio...
DIONISIO Dunque, Tommaso...
GERONIMO ...Farà Repubblica qui a Stilo.
DIONISIO Finalmente!
DOMENICO Repubblica? Madonna del Carmine!
GERONIMO Repubblica di Dio. Tommaso farà nuove leggi per riportare gli uomini alla libertà naturale con la vera religione.
DOMENICO Ma come vuole fare, tutto da solo?
DIONISIO Da solo? Ci siamo noi...
DOMENICO Ih, ma siete in tre... CATERINA nemmeno ci sta...
GERONIMO CATERINA è fimmina, queste sono cose da mascoli. E poi tu sei dei nostri, eh, Fra Domenico? Domenico Io?... Si, dove va Tommaso vado io, ma... siamo quattro.
DIONISIO Io ho fiducia in Tommaso. Lui conosce gente che ha denaro e armi. E poi che fa se siamo pochi? Che fece Cristo con dodici uomini?
DOMENICO L’ultima cena.
DIONISIO No, scimunito! S’impadronì del mondo! Domenico Si, ma quello era Cristo.
DIONISIO Tommaso e ancora di più. Vuole dimostrare che tutto è falso, e lui col suo valore torrà la fede in Cristo.
DOMENICO Torrà la fede in Cristo? Ma non è peccato?
GERONIMO Fratello, se vuoi stare con noi non devi dubitare.
DOMENICO D’accordo, ma al Papa piacerà questa Repubblica?
DIONISIO Sono sicuro che il Papa vuole liberare il popolo dalla miseria e dalla tirannia degli spagnoli. Vedrai che ci darà la sua approvazione e riconoscerà la nostra Repubblica. E noi gli pagheremo un bel tributo.
DOMENICO E i vescovi?
GERONIMO Molti vescovi sono già d’accordo con Tommaso.
DIONISIO Uffa, che sono tutte queste domande? Ci stai o non ci stai?
DOMENICO Ho detto di si. Però vorrei sapere del sacrificio della Santa Messa.
DIONISIO (ride) La Santa Messa si fa solo per bere un po’ di vino.
DOMENICO Dio santo! E che dici dell’ostia consacrata?
DIONISIO Un giorno mi dimenai l’uccello e I’asciugai con I’ostia sacra...
DOMENICO Ma è un sacrilegio! La folgore divina...
DIONISIO Non m’ha colpito nessuna folgore, se sono ancora qua...
DOMENICO E la Madonna?
DIONISIO Maria era una schiava nera d’Egitto, era la concubina di Giuseppe, e era nera. Per questo nell’ufficio si dice “nigra sum”
DOMENICO E i miracoli di Cristo?
DIONISIO Furono solo riferiti da parenti e amici di cristo. La Resurrezione di Lazzaro, per esempio, fu finzione di Marta e di Maddalena, amiche di Gesù. Lazzaro era in coma e le due donne prepararono le cose in modo da far sentire con unguenti il fetore del cadavere quatriduano.
GERONIMO Insomma, i miracoli di Cristo non erano veri. E nemmeno quelli di San Francesco di Paola erano veri, ma ottenuti per via di erbe, perché il santo era cerusico.
DOMENICO Ma Cristo era o non era figlio di Dio?
DIONISIO Che figlio di Dio! Cristo era un semplice Nazzareno, un poveruomo di pezzente sporco e zazzeruso.
GERONIMO Vuoi sapere cos’ha detto mio figlio a dei francescani che andavano ad adorare il crocefisso? - Dove andate? Ad adorare un appiccato?
GERONIMO E DIONISIO SGHIGNAZZANO. DOMENICO È PERPLESSO.
DOMENICO Ma allora... Dio?
DIONISIO Dio non c’è.
GERONIMO Ciò che chiamiamo Dio è la natura. Tu ci credi al Dio padre, quel barbuto come si dipinge?
ENTRA TOMMASO.
DOMENICO Tommaso! Tuo padre e Fra Dionisio m’hanno frastornato! Dimmi della vita futura e dell’Inferno...
TOMMASO Ma che inferno e inferno. Non v’ha vita futura! I nostri corpi sono come quelli dei cavalli, e le nostre anime si convertono in non essere.
DOMENICO Ma Dio? Qual e l’essenza sua?
TOMMASO Statti contento di quanto t’hanno detto loro. Il resto non lo puoi capire, sono cose troppo alte per te.
GERONIMO Tieni, Dome’, mangiati questo fico, che ti fa bene.
A TOMMASO.
Tommaso, ti voglio rivolgere una preghiera.
TOMMASO Ditemi, padre mio.
GERONIMO La città di Stilo ti offre 200 ducati per fare la predicazione. Tu dovresti accettare per aiutare le sorelle tue che sono povere e vestono di stracci.
TOMMASO No! Non voglio pili predicare a Stilo!
GERONIMO Ma Tommaso...
TOMMASO Non voglio fare il saltimbanco, so quello che dico, credete a me, padre mio.
DOMENICO (mangiando il fico) Tommaso, it per questa frutta - per questo fico - che peccò Adamo?
Tommaso lo guarda, scuote il capo con commiserazione. Tommaso Avi raggiuni San Gennaru ca pi cazzuni non c’è riparu... E mettiti nella sacca quel crocifisso, per favore. Domenico Ma perché ce l’hai con lui?
TOMMASO La sua vista mi offende. Se solo sei ore stette in croce Cristo, perché bisogna sempre vederlo figurato in mezzo al tormento e fra i supplizi? Non si può portare rispetto a un inchiodato...
Nuovi sghignazzi di Geronimo e fra Dionisio
Ma io, cari confratelli, caro genitore, sono venuto per darvi buone nuove. Ho parlato con le genti principali del Regno, tra cui Don Lelio Orsini principe di Bisignano e i Contestabile e i Carnovale di Stilo...
DIONISIO I Contestabile e i Carnovale di Stilo? Ma queste nobili famiglie non sono nemiche e rivali?
TOMMASO La Repubblica riuscì a metterle d’accordo, dove non riuscirono i pacieri. Ho anche incontrato Maurizio De Rinaldis
DOMENICO Ma non è fuoriuscito?
TOMMASO (senza raccogliere) Maurizio De Rinaldis il valoroso e temerario, odia la Spagna e ama la Calabria, ed è in grado di comandare un intero esercito. Con lui si farà Repubblica.
DIONISIO È vero, Tommaso, che nella tua Repubblica tutto sarà in comune?
TOMMASO È vero.
DIONISIO Anche le donne?
TOMMASO Anche le donne, ma solo per generare. E le femmine grandi e belle saranno accoppiate ai grandi e ai virtuosi, e le grasse ai magri, e le magre ai grassi, per equilibrare.
DIONISIO Che bell’usanza, Deo Gratias, sono stanco di fornicare con i frati!
DOMENICO Anche io avrò una donna, Tommaso?
TOMMASO Anche tu, anche tu.
DOMENICO Tommaso, tu che hai così larga scienza, rivelami qual è il segreto per avere una donna.
TOMMASO Eh, Domenico, questa e vanità.
DOMENICO Dimmelo mo’, che sono un fraterello vano.
TOMMASO (abbassa la voce, celiando) II segreto non si pu6 sapere, perché quando stai per chiavare una femmina ti accorgi che Satana t’ha ingannato e t’ha mandato un diavolo cazzuto.
DOMENICO Ora mi burli, Tommaso.
DIONISIO E ti sta bene. Però tu, Tommaso, una volta hai detto che fornicare non è peccato.
TOMMASO E cosi, gli atti venerei non costituiscono peccato, essendo ogni membro destinato alle sue funzioni e certi organi fatti apposta alla bisogna.
DOMENICO Ecco perché la minchia ha forma di cilindro! Per penetrare la donna e non per orinare, altrimenti Dio non avrebbe sprecato Ij muscolo e carne ma avrebbe creato un orifizio, come per la donna!
Tutti ridono dell’ingenuità di fra Domenico.
GERONIMO Torniamo a noi, Tommaso. Dove li troveremo i soldi per la nostra impresa?
TOMMASO Questa era la novità che volevo recarvi. I nobili ci daranno il loro aiuto. E poi c’è il Turco.
DOMENICO Il Turco? Oh madre di Dio! Che Turco?
TOMMASO Amurat Rays è nell’acqua di Stilo, andremo da lui e ci accorderemo.
GERONIMO State attenti, figlioli. I Turchi sono infedeli e crudeli e nemici e sempre giurano il falso e violentano giovani e vecchie, puttane e frati!
DOMENICO Io dal Turco non ci vengo!
TOMMASO Siete degli sciocchi ignoranti. Secondo la profezia di Santa CATERINA i fratelli di San Domenico porteranno l’uliva della pace ai turchi.
DIONISIO Tommaso ha ragione. I Turchi sono forti in guerra e vogliono la fine degli Spagnoli.
TOMMASO Bravo, Dionisio. Di te mi posso fidare, se non parli troppo. Andrai a Catanzaro insieme ad altri a suscitare ribellione. E dopo entrerà in azione Maurizio con i suoi.
DIONISIO (fiero, bellicoso) Si devono scassare le carceri, ammazzare il Vescovo e il Governatore e gli ufficiali spagnoli e alzar voce di repubblica!
TOMMASO (calmo) E noi ci ritireremo sui monti di Stilo mentre le galere turche terranno a bada gli spagnoli.
DIONISIO (sempre più esaltato) Intanto molte altre città saranno pronte e la sollevazione si estenderà a Roccella Tropea Sant’Agata Seminara Mileto Monteleone Amantea Cosenza Fiumefreddo Cassano Castrovillari Terranova, Tavema Crotone Squillace Nicastro Rossano e Pietrapaola!
TOMMASO Ora andiamo, fratelli. Domani sarà riunione grande sul Monte Consolino. Ma voi, mi raccomando: non parlate con nessuno, non fidatevi di nessuno. Imparate I’arte del tacere, che potente è il nemico. Simulate! “Bello è il mentir se a far gran ben si trova”! Simulate, fratelli. Fino ad oggi i filosofi hanno interpretato il mondo, ora e tempo che pensino a cambiarlo!
Musica: tema della rivoluzione.

VI - LA CITTÀ DEL SOLE - MONTE CONSOLINO, STILO

Il portellone centrale del cubo è sceso a terra: nel cubo non c’è alcun arredamento. Un grande sole dorato di legno ne riempie quasi tutta l’inquadratura. luce azzurrina, tersa nel fondale, e solare al centro. entra caterina, trafelata.
CATERINA Oddio quant’è stata dura ‘sta salita... Me meschina, mi tocca faticare pure il giorno di festa.
Si siede a terra. Respira.
Il monte e aspro, però... l’aria è fina. Sa di capperi e di zafferano... L’aria almeno non la paghiamo, gli spagnoli ancora non ci misero le tasse...
Musica celestiale, una sorta di canto gregoriano un po’ new age.appaiono nel fondo e fanno varie evoluzioni sia mimiche che danzate cinque figure vestite di un saio bianco e con i cappucci calati sul viso
Le figure emergono dal velatino di fondo, entrano in scena e si dispongono di lato, sedendo a terra. Una di loro va a prendere il sole di legno, lo porta all’interno del gruppo. il pannello di destra ruota su se stesso e va a chiudere il cubo: nella sua faccia è dipinta la città del sole.
Oh Gesù, e quelli chi sono? Dei fantasmi...? No, no, sono cristiani, hanno delle tabanelle bianche e dei capolicchi in testa... Mah. qui ci dev’essere lo zampino di quel mattocchio del figlio di Geronimo
Esce e rientrerà dal fondo, andando a comporsi nel gruppo. Si alzano il pittore / fra domenico e fra dionisio con la chitarra.
PITTORE (canta “La Città del Sole”). La Repubblica non e un’utopia Su questo monte sassoso, alto e tuto che svetta come un albero fronzuto sorgerà una città solatia sarà in sette gironi essa divisa ognuno col pianeta equivalente sulla cima avrà un tempio, arditamente aperto al gioco, al culto ed alle risa. Un Sacerdote Principe, il Sole che non ha meno di trentacinqu’anni e non s’atteggia mai come i tiranni governa la città come Dio vuole Tre Sacerdoti a lui collaterali Pon Sin Mor, Potestà Sapienza Amore della Città del Sole sono il cuore: Sesso, Guerra e gli Affari Culturali I Solan sono ricchi e non lo sono e bastano a se stessi senza schiavi Hanno in comune traffici e ricavi e pur le donne, come un grande dono Hanno leggi scarsissime trascritte in un quadro di rame affisso al tempio Di giustizia nessuno si fa scempio Ruberie e cornizione son sconfitte
Fine musica; il gruppo si disperde, esce.
Entra maurizio de rinaldis. veste di marrone, con stivali marroni. Ha in testa un cappellaccio rosso. entra tommaso e gli va incontro.
TOMMASO Maurizio! Sono felice di vederti!
MAURIZIO Hai parlato col Capitaneo di Stilo per la mia libertà?
TOMMASO L’ho fatto. Vogliono cento ducati per dartela.
MAURIZIO Cento ducati?
TOMMASO Dicono che è una somma ragionevole per uno che ha pugnalato a morte il cugino e la sua donna.
MAURIZIO Ladri bastardi! Ma io so chi c’è dietro di loro! C’è quel figlio di bagascia del barone di Morano che vuole entrare in possesso d’un mio feudo e farsi fare Marchese! Ma io non pagherò i cento ducati e non cederò la mia terra al Barone! I miei compagni e la mia “scoppetta” mi renderanno libero!
TOMMASO Apprezzo il tuo parlare coraggioso. Il Barone di Morano è parente degli spagnoli, dunque ci è nemico.
MAURIZIO Io voglio infrangere questa schiavitù spagnola! Guarda a chi siamo soggetti, al Re degli Uccelli, a questo Filippo III, bamboccio senza barba e di poco governo! Tommaso Parla più piano, Maurizio, non è prudente...
MAURIZIO Quello che si dice in presenza di amici non nuoce mai.
TOMMASO Hai ragione, qui sul monte di Stilo sono convenuti solo amici. Ma dimmè che ne è della tua trattativa col Turco?
MAURIZIO L’ammiraglio turco Amurat Rays mi aspetta nel suo vascello, ancorato nelle acque di Stilo. Ho avuto con lui un abboccamento grazie alla tua indicazione. Tommaso è merito di fra DIONISIO, allora.
MAURIZIO Fra Dionisio e amico del Bassa Cicala e a lui mi ha indirizzato. Questo Bassa Cicala è figlio di genovesi che si erano fermati a Messina. Fu rapito dai Turchi giovanetto e, grazie alla sua grande intelligenza, diventò Vizir e Gran Capitano di mare. Lui mi farà da interprete con l’Ammiraglio.
TOMMASO Vai, allora. La nostra causa dipende dalla tua missione.
MAURIZIO Lascia però che ti faccia due domande su questa nostra Repubblica di Stilo.
TOMMASO Essa nascerà qui, sul Consolino, su questo “Mons pinguis”.
MAURIZIO Perdonami l’impertinenza ma fin da bambino sono stato attratto dall’utopia...
Sono rientrati i solari. si dispongono in gruppo, accoccolati per terra.In piedi, Dionisio che suona la chitarra e il pittore fra Domenico che canta le prime strofe della ‘’città del sole”.
Mentre il pittore canta Tommaso indica con una canna i vari luoghi dell’affresco che riproduce la città del sole. i due parlano, ma le loro voci sono coperte dalla canzone.
PITTORE La Repubblica non è un’utopia Su questo monte sassoso, alto e tuto che svetta come un albero fronzuto sorgerà una città solatia. I Solari sono ricchi e non lo sono e bastano a se stessi senza schiavi Hanno in comune traffici e ricavi e pur le donne, come un grande dono.
MAURIZIO Ma se tutto è in comune nessuno vorrà lavorare, come dice Aristotile contro “La Repubblica” di Platone. E se le donne sono in comune, chi baderà alle case?
TOMMASO Ai tempi di Aristotile non c’erano i conventi. Li la roba non si stima e tutti pensano al bene comune. Lo stesso si può dire per le donne. Immagina un Monastero laico, un Monastero senza celibato dei religiosi.
MAURIZIO (perplesso) Sì, ma... Tommaso Ora vai, se no farai tardi.
MAURIZIO Un’altra domanda! Che idee hanno questi Solari in materia di cosmo? Sono per Tolomeo e per la sua idea della terra al centro dell’universo, o per Copernico e la sua ipotesi eliocentrica?
TOMMASO Lodano Tolomeo e ammirano Copernico. Però sanno che, prima di Copernico, Filolào di Crotone immagino il Sole al centro dei pianeti.
MAURIZIO Allora questa visione planetaria è nostra, di Calabria, e non del prete polacco! Tommaso È cosi, ma ora...
MAURIZIO Un’ultima domanda! Quale religione praticano i Solari?
TOMMASO Hanno due principi metafisici Dio, che e essenza, e il Niente, che è mancanza di essenza. Il Niente porta al male, Dio è. E poiché l’uomo è portato al male e al disordine, noi pecchiamo.
MAURIZIO Ah come sono arguti! Se ho ben capito, il Male è il Non-Essere, mentre Dio è l’Essere. E chi vuole entrare nella Comunità del Sole deve rinunciare all’egoismo che è Male, cioè Non-Essere... È cosi, fra Tommaso?
TOMMASO Così e ti direi ancora di più, ma il tempo stringe.
MAURIZIO Vado, ma quando tornerai, voglio sapere ogni cosa, su questa Città del Sole!
Esce di corsa.
PITTORE
(canta) Hanno leggi scarsissime dipinte sopra un quadro di rame affisso al tempio Di giustizia nessuno si fa scempio Rapina e cornizione sono vinte.
Finita la canzone, i “solari” depongono tabanelle e capolicchi e escono. musica: torna il tema della rivoluzione.

VII - QUESTO MONDO È BUONO E BELLO. 15 AGOSTO 1599

EntranoTommaso, fra Dionisio, fra Domenico, Geronimo e Caterina.
DIONISIO (entrando da un’altra parte) Buone nuove, Tommaso! Catanzaro e dalla parte nostra. Dopo i tuoi discorsi al convegno di Davoli gli amici sono pronti a ribellarsi. Marcantonio Contestabile e Già disposto con i suoi armati ad assaltare il Castello di Arena. Ferrante Moretti ha radunato 500 fuoriusciti. Domenico E Maurizio De Rinaldis?
DIONISIO Ha voluto andarci lui dal turco Amurat Rays. Tommaso Attraverso di lui si compirà la profezia di Santa Caterina.
CATERINA Che profezia ha fatto, questa santa che porta il nome mio?
TOMMASO Siete voi, piuttosto, che portate il suo. È stato vaticinato che l’Impero Turco si dividerà in due parti con due Re, di cui uno si farà cristiano.
GERONIMO Hai visto, Catanna, che grand’uomo e Tommaso? Riuscirà a mettere insieme pure i Turchi con i Cristiani...
CATERINA A me quest’insalata non mi piace. E poi, devo ancora vederla...
GERONIMO La tua matrigna è come San Tommaso, se non vede, non crede.
DIONISIO Ma perché tarda tanto Maurizio? Doveva Già stare qua...
DOMENICO ...Sarà successo qualcosa...?
CATERINA Con i Turchi non si sa mai.
Entra Maurizio del Rinaldis.
TOMMASO Maurizio!
GERONIMO Finalmente. Ci avete fatto stare in pena. Maurizio Ho perfezionato l’accordo con Amurat Rays.
Porge una lettera, Dionisio e lesto ad afferrarla.
DIONISIO (rapida scorsa) Ma non ci so leggere, non ci capisco!
MAURIZIO È scritta in lingua turchesca. Dice che Rays tornerà con tutta la sua flotta da guerra nelle acque di Stilo il 19 settembre alle 5 di notte. Ci aiuterà a prendere Catanzaro e la provincia tutta.
Tutti si rallegrano tranne Caterina, sempre diffidente.
TOMMASO Cos’è stabilito nell’accordo con i Turchi?
MAURIZIO I Turchi non terranno dominio assai, in Calabria. Ci assisteranno dal mare per far paura agli spagnoli.
TOMMASO Ma in cambio cosa vogliono?
MAURIZIO Solo libertà di traffici nel Regno, nient’altro.
TOMMASO La data della sollevazione è dunque fissata per la notte del 19 settembre.
MAURIZIO Quella notte occuperò Catanzaro.
DOMENICO E noi che faremo?
TOMMASO Noi ci ritireremo sui monti di Stilo; sul Consolino, fonderemo la Repubblica.
TUTTI (tranne Catenna) Viva la repubblica!
DIONISIO Avremo tutto in comune, anche le donne!
TOMMASO Nostra legge sarà: “Quel che non vuoi fare per te, non fare ad altri e quel che vuoi per te, fa’ tu il medesimo”.
MAURIZIO Questa è la legge dell’ottima Repubblica. Ma mi sembra ardua e dura la questione delle donne in comune...
CATERINA Per me è una sporcaccionata bell’e buona!
MAURIZIO Dice Tertulliang nell’ “Apologetico”, parlando della comunità cristiana, che “presso di noi tutto è in comune, tranne le mogli”. Tommaso Secondo Diogene Laerzio, Socrate ebbe due mogli insieme, Santippe e Mirtone. E cosi Platone e Catone Uticense.
MAURIZIO Questi degni filosofi sono venuti prima di Cristo, noi siamo di lui buoni seguaci.
TOMMASO Cristo era un uomo dabbene.
MAURIZIO Vuoi dire che Cristo non era il vero figlio di Dio?
Alza la voce.
Sia chiaro a tutti, io sono sempre stato saldo nella fede e ho sempre rispettato il Papa e i Cardinali!
DIONISIO La Chiesa si è alleata con gli spagnoli per affamarci, il Papa e i Cardinali non rispettano i precetti, mangiano carne di venerdì e di sabato e di vigilia!
MAURIZIO Basta! Non acconsento a far rivoluzione, se si parla di religione in questo modo!
TOMMASO Stai calmo, Maurizio. Nella nostra Repubblica Gesù e i santissimi Apostoli saranno posti in luogo molto onorato. E noi seguiremo le leggi naturali. Quindi la vera legge è la cristiana, che, liberata d’ogni abuso, sarà signora del mondo.
MAURIZIO A questo parlare io m’aggiusto.
DIONISIO Tommaso ha ragione, io volevo...
TOMMASO Tu, Fra Dionisio, parli troppo, con le tue ciarle ci porterai a ruina, se non ti moderi. Ma ora beviamo alla nostra grande impresa!
Caterina e Geronimo aprono una cesta e ne estraggono vino e boccali. Versano da bere. Bevono.
GERONIMO Bevi, Catarina, che la festa è incominciata!
CATERINA Beviamo, beviamo, e speriamo che finisca bene.
MAURIZIO Beviamo alla Repubblica! Geronimo E che il cielo ci aiuti!
TOMMASO Sapete che vi dico del cielo, padre? Che questo mondo e buono e bello!
DIONISIO Beviamo alle donne che avremo in comune!
DOMENICO Beviamo a Tommaso, che sa il greco, il latino e pure il “trusco”!
MAURIZIO A Catanzaro taglierò a pezzi il Governatore e tutti i nobili che sono miei nemici e che mi hanno costretto a farmi bandito! Abbasso gli avversari! Abbasso le leggi e chi le fece! Viva la libertà! Mora il Re di Spagna!
Brindisi e applausi.
Musica: tema della rivoluzione. Buio, per la fine del primo tempo.

SECONDO TEMPO

I - ERETICO RECIDIVO PENITENTE O IMPENITENTE? LUOGO ASTRATTO - 6 FEBBRAIO 1600

Entra il pittore. ha in testa un cappello da giullare e reca in mano una sorta di megafono.E un imbonitore.
PITTORE Era accaduto, messeri e madame, signori e poverelli, che Fra Dionisio, gran parlattore, aveva parlatto troppo! Due tradittori fecero denuncia scritta al Viceré di Napoli e allora fu inviatto in Calabria il capitano a guerra Carlo Spinelli! Tommaso insieme a Fra Dionisio e a Fra Domenico fu arrestatto alla Roccella! I congiuratti furono dispersi e imprigionatti in numero di 156! Le prime esecuzioni si ebbero a Catanzaro e Maurizio De Rinaldis fu candannato a essere segatto vivo tra due tavole! Ma poi per sua fortuna la condanna fu cambiatta e De Rinaldis fu soltanto appiccatto, con perditta del corpo e dell’anima! Malgrado le insistenze del Nunzio Ecclesiastico che voleva mandare Campanella a Roma perché li fosse processatto, il Tribunale cominciò la causa contro di lui con I’imputazione di Ribellione allo Statto Spagnolo! Tommaso non aveva molte probabilità di salvarsi. Se ci fosse riuscito sarebbe passatto dal Tribunale Laico a quello Ecclesiastico che I’avrebbe giudicatto come eretico recidivo. L’eretico recidivo poteva pentirsi o non pentirsi. Come eretico recidivo penitente veniva decapitato nelle carceri del Sant’Uffizio. Come eretico recidivo impenitente veniva consegnatto al braccio secolare e buciatto vivo!

II - IL PROCESSO. NAPOLI, 8 FEBBRAIO 1600.

Entrano il nunzio apostolico Iacopo Aldobrandinl e l’avvocato fiscale Jaun Sanchez, spagnolo. Aldobrandini siede al tavolo di destra, Sanchez rimane in piedi. I due si squadrano. e evidente che non si amano.
NUNZIO Il Sant’Uffizio ha ordinato che gli eretici confessi vengano tradotti a Roma per esservi giudicati. Non capisco perché il vostro Governo, Avvocato Sanchez, rifiuti di consegnarceli.
Sanchz Usted olvida...
NUNZIO Come?
SANCHEZ Usted olvida... Voi dimenticate che...
NUNZIO Vi prego di parlare italiano. Anche se stiamo sotto il regno di Filippo Terzo di Spagna, siamo pur sempre in Italia. E qui parliamo italiano! O latino, se volete.
SANCHEZ Muy bien, Excelentisimo Nuncio, cercherò di parlare italiano. Voi dimenticate che Fra Tommaso Campanella, Fra Dionisio Ponzio, Fra Domenico Petrolo e gli altri sono accusati di aver tentato il levantamiento... il sollevamento della gente contra el Estado!
NUNZIO Si, ma...
SANCHEZ ...di aver organizado rebellion de la Calabria contra la Maestà del Nostro rey Catolico...
NUNZIO ...sì, ma...
SANCHEZ di aver trattato con il Turco ogni aiuto necessario a la conjura...
NUNZIO ...sì, ma...
SANCHEZ ...di aver mandato un Embajador dall’Imperatore dei Turchi...
NUNZIO ...sì, ma...
SANCHEZ ...di aver preteso il mutamento d’esto Regno in Repubblica con nuove leggi elaborate da Campanella...
NUNZIO Appunto! Volevo dire...
SANCHEZ ...di voler asesinar il Viceré d’Espana e todos... tutti gli ufficiali del regno y tambien il Vescovo di Catanzaro!
NUNZIO Ma i, proprio per questo che...
SANCHEZ ...e di predicar la libertà di fede e di denunciare la tirannia del nuestro Rey Catolico Felipe Tercero!
NUNZIO Ma lasciatemi parlare! Questi delitti di Campanella sono contro la Chiesa, contro i Vescovi, contro il Re Cattolico! Ecco perché questo processo va fatto a Roma! Non potete intaccare la nostra Santa Giurisdizione! Consegnateci Fra Tommaso e gli altri! Essi hanno peccato contro la Chiesa! Sanchez Peccato? Ma si tratta di crimini, Senor Nuncio! Nunzio Peggio! Si tratta di eresie!
SANCHEZ Ho ricevuto ordini, Monsignore. La legge è clara: è lo Stato che interviene contra chi fa sollevazione e combatte contro i nostri soldati! Il vostro Campanella era el Jefe, il capo de la Rebellion, non possiamo darlo all’Inquisizione!
SORRIDE CON SCHERNO.
Ve lo daremo quando sarà fatto in due pezzi, la cabeza y el tronco! Vi daremo la cabeza, per il vostro museo degli orrori!
NUNZIO La Chiesa non ha musei degli orron, ha i Musei Vaticani! Io protesto ancora una volta contro la pretensione del Viceré di Spagna di fare la causa che per legge è di nostra competenza!
SANCHEZ (esasperato) E yo vi dico che è inutile protestare perché la legge la conosciamo meglio di voi, uomini con las basquinas!
NUNZIO Come?
SANCHEZ Las basqutas, las sayas... come dite voi quelle?
Indica le sottane del nunzio.
NUNZIO Le sottane, volete dire? Volete dire che portiamo le sottane? Ma sotto queste sottane, Avocado Jaun Sanchez, ci sono uomini, non pappagalli dei codici penali!
SANCHEZ Papagayo? Como se permette Usted? Yo represento el Rey del mas grande Estado del mundo! Nunzio E io represento Cristo el Rey del mundo!
Stanno quasi per venire alle mani.
Entra Tommaso, con passo affaticato. i due si ricompongono. Sanchez conduce l’interrogatorio.
SANCHEZ Giurate di dire la verdad, Fra Tommaso Campanella. Tommaso Lo giuro. Ho deciso di confessare. Voglio dire tutto. Sanchez Dite il motivo d’esta confession.
TOMMASO M’avete mandato al supplizio del “polledro” e ora... mi chiedete perché voglio confessare?
SANCHEZ Al mio collega Don Luis de Xarava avete dato cuenta de la manera que se procedia eri la conjuration de Calabria. Ahora cosa dite di più?
TOMMASO Don Luis de Xarava è mio nemico, ha inventato tutto.
SANCHEZ È vero che avete predicato contra el Rey nuestro senor?
TOMMASO Non ì:vero, Eccellenza. Ho solo detto che, secondo molte rivelazioni di santi e astrologi, dovevano esserci grandi mutazioni celesti. In seguito dovevamo prendere le armi per difenderci da qualsiasi parte.
SANCHEZ Dunque negate rebellion y levantamiento?
TOMMASO Non posso confessare né ribellione né volontà di ribellione.
SANCHEZ Yo tengo che le vostre profezie sono false e che voi avete predicato solo para tirar la gente a rebellarse.
TOMMASO Vostra Eccellenza non conosce certamente quello che hanno predetto Santa Brigida e Santa CATERINA e l’abate Gioachino da Fiore e che hanno detto tanti teologi ha cui il Cardinale Bellarmino.
NUNZIO I Gesuiti stanno disputando su queste vostre profezie.
TOMMASO Monsignor Nunzio, io mi rivolgo a voi, già da due anni or sono vi consegnai dei libri dove si trattava di mutazione del mondo e della Monarchia di Cristo e della greggia sotto un pastore. Da questi si vedeva che non ero contro la Chiesa. E neppure contro la Spagna, infatti volevo presentare una tragedia sulla Regina di Scozia da me scritta in favore di Spagna contro Inghilterra. Vi prego, Monsignore, intervenite.
NUNZIO (con un sorriso cattivo) Dopo, Fra Tommaso. Dopo. Ora è lo Stato spagnolo che vi giudica. Io sono qui solo in veste di osservatore ecclesiastico.
SANCHEZ Maurizio De Rinaldis, capo secular de la revuelta, a tratado con il Turco Murat Rays per venire in Calabria. Quale era il vostro accordo?
TOMMASO Io mai personalmente m’accordai col Turco, anzi rimproverai Maurizio quando seppi ch’era stato nella galera di Amurat Rays. Sanchez Fray Tomas! Tu es el principal movedor d’esta rebelion! Tu es la cabeca! Ma poiché non vuoi confessare, yo ordino che tu sia chiuso nel torrione inferriato di Castelnuovo y che ti sia tolta commodità d’escribir y d’examinar libros y el commercio con gli abogados perché tu devi morire per razon di estado!
Musica: tema della prigionia.
Escono il nunzio e il pittore/Sanchez e Tommaso entra nel cubo che ora è una cella: dall’interno ha ruotato su se stessa una inferriata ed ha bloccato l’accesso alla prigione.

III - SUOR ORIANA. NAPOLI, CASTELNUOVO. 14 MARZO 1600.

Musica: tema dell’eros.
Entra suor Oriana; bella, giovane, generosa e pietosa. Tommaso dorme, steso a terra nella sua cella.
Oriana ha una lanterna in una mano e nell’altra dei libri. Sussurra, poi alza la voce.
ORIANA Tommaso! Fra Tommaso! O Fra Tommaso, non mi senti?
Tommaso si sveglia; si alza, va all’inferriata; rimane al di là delle sbarre per tutta la scena.
TOMMASO Buona sera, amica mia, buona sera.
ORIANA T’ho portato i libri che mi hai chiesto, ma devi nasconderli, che lo sai che proibito.
TOMMASO Tu vieni dal convento francescano che sta sopra questa cella qui, a Castelnuovo, come un angelo sopra i mortali.
La suora si siede davanti alle sbarre della cella e Tommaso fa lo stesso dall’interno.
ORIANA Come stai Tommaso? Hai scritto abbastanza, oggi? Tommaso Tutto il giorno, sorella. Tengo tutto nel buco, li, nel pavimento. Oriana Eh grande ingegno hai, anche a burlarti delle guardie.
Tommaso L’ingegno che ho non mi basta a trovare la chiave di questa cella, per farti entrare...
ORIANA (sospira) Volesse Iddio, Fra Tommaso. Se potessi darei dieci ducati al carceriere e a te cento “basate” ogni ora!
TOMMASO Ti ringrazio delle pere che m’hai portato oggi. In una c’era lo stampo dei tuoi denti e m’e sembrata più buona e profumata.
ORIANA Me l’hanno portate da Siban, il mio paese affacciato sullo Jonio. Ora it tempo di frutta e le pere curvano le schiene degli alben.
TOMMASO Ah suor Oriana, quando m’accorgo che solo l’amore può dare quel sommo bene che invano ho cercato filosofando, m’accorgo che troppo ho trascurato il mondo. Ecco che una fanciulla bella e valente ha la virtù di mutare le pere in ambrosia, e i tristi giorni in gai.
ORIANA Quello che scrivi è ambrosia. Io Già avevo avuto nuove di te, grande sapiente della nostra terra calabrese, ma ti sapevo esperto di teologia, di latino, di scienza. I tuoi sonetti io me li bevo tutti come uova fresche. In tutta Napoli l’ho sparsi e tutti l’ho a mente. Ormai non ho più gusto che a leggere le cose del tuo ingegno...
Una figura incappucciata passa nel fondo.
Ssst! Che passa un lume!
TOMMASO Loqui•re latine: ex quo sunt idiote et non intelligunt latinam linguam.
La figura è uscita.
ORIANA Nemo adest... Ecco, e passato. Possiamo parlare.
TOMMASO Vieni più vicina, Oriana. Qui sulle sbarre, come l’altra volta.
ORIANA Ho paura che mi vedano. Tu non sai quanto sono tristi gli spagnoli. Ma noi, su, in convento, non li facciamo neanche entrare. E se vogliono parlare con noi, solo attraverso le grate. Martinez, quel carceriere, è uno sciocco: viene sempre su a chiedere qualcosa ma si vede bene che è qualcuna di noi che vuole, non qualcosa... Noi gli ridiamo in faccia e gli sbattiamo il cancello sul naso...
Ride, fanciullesca.
TOMMASO Fai bene. Eh, io le conosco, sai?, le nefandezze degli spagnoli. Ma dimmi: cosa si dice fuori, del mio processo?
ORIANA Domani verrà il nunzio e si saprà qualcosa.
TOMMASO Il mio processo andrebbe fatto a Roma al Sant’Offizio e non qui con i civili.
ORIANA Non disperare. Ogni giorno io prego San Francesco. Ma tu sei sicuro che a Roma la Santa Inquisizione...?
TOMMASO Sono pur sempre un membro della Chiesa...
ORIANA Si, ma si dice che i tuoi scritti filosofici sono intrisi di eresia. E il Sant’Uffizio romano non è tenero con gli eretici.
ingenuamente:
Io vorrei che tu restassi qui a Napoli: accanto a me la prigione ti sarà meno dura.
TOMMASO Oriana, Oriana, in sonno sei venuta a consolarmi. Pero stando sveglia più volte m’hai donato quel bene che sopra agli altri si desidera.
ORIANA Io ti do quanto può donna dare.
TOMMASO Di più, di più. In nome del tuo santo, sai mescolare all’amore sacro quell’altro amore che mi solleva l’animo e allora mi fai forte.
ORIANA Bravo, ora si che ti sento rinsaldato ora non fai più quei brutti discorsi di morte...
TOMMASO Credo che a morire non si migliora lo stato umano. Per questo non m’uccido.
ORIANA Non voglio sentirti parlare cosi. Sta di buon animo e non cedere ai nemici tuoi.
TOMMASO Ah, ma non m’avranno facilmente. Se vedo che le cose volgono al peggio, ho già in mente un inganno di grande utilità.
ORIANA Che cosa, Tommaso?
TOMMASO Ho scritto in un sonetto che “il viver sporca chi per viver finge”. Sappi che non e per vile attaccamento alla vita che ricorrerò ad uno stratagemma. E. solo per amore del supremo fine al quale mi sento destinato. Devo predire l’insorgenza del secolo nuovo e svegliare il popolo dal sonno della schiavitù!
ORIANA “Stavamo tutti al buio e io accesi un lume”... è giusta la citazione, ricordo bene, Tommaso?
TOMMASO Perfettamente. Talora nella cella qui sospiro e mi sembra di vivere quel giorno che deve scompigliare i figli della Morte. E allora sento grida risuonare in tutto Castelnuovo: “Viva, viva Campanella!”. Oriana Oh già suonasse la campana, e tu potessi uscire dalla cella!
Si avvicina alle sbarre, si fa più vicina a Campanella.
Eccomi anima mia, ora ti vengo più vicina... Martinez b rimasto fuori di Castello e le altre guardie, spero, non passeranno di qui a quest’ora della notte...
TOMMASO Vieni Oriana giovane e sugosa...
Le prende la mano. la rigira, la osserva.
La tua mano promette lunga vita. quel è il segno tuo?
ORIANA Sono di cancro, segno femminile di Venere e di Luna. Che può far di bene un cosi debol segno?
TOMMASO Può fare molto Suor Oriana mia. Il nostro è secolo femmina. Uno dei segni di rinnovamento del mondo l’avvento dell’imperio donnesco.
ORIANA Il dominio di noi donne, vuoi dire? Potessi farlo, vorrei comandare a tutti di esaudire il tuo desiderio di libertà e di accettare il piano tuo... Ma, a proposito, qual è quest’inganno che hai in mente? Non vuoi dirmelo?
TOMMASO Solo a te voglio dirlo. Simulerò la pazzia.
ORIANA Simulerai la pazzia...? E a quale scopo?
TOMMASO Secondo i canoni della giurisdizione secolare il pazzo non può essere giustiziato.
ORIANA Gesù mio! E perché?
TOMMASO Perché, se è pazzo, non può pentirsi e si porterebbe i peccati nella tomba. Se lo ammazza il Santo Tribunale su questo ricade la colpa d’aver mandato all’inferno un innocente, incapace d’intendere e volere.
ORIANA (accarezzando Tommaso tra i ferri, ride) Che grande astuzia! Solo perché I’hai concepita meriti di vivere! E io ti voglio vivo!
Lo accarezza sul sesso e lo invita ad alzarsi il saio. poi si mette frontalmente vicino alle sbarre, dando le terga a Tommaso. Per agevolare Tommaso che smanazza, si toglie la to-naca, resta in una camiciola bianca succinta. le mani di tommaso, da dietro, le prendono i seni e li liberano dalla camiciola. E Oriana si arrotola l’indumento fino alla vita, permettendo a Tommaso di possederla da dietro. Oriana cita un sonetto di Tommaso.
Malgrado questo muro interposto ah ben noioso e grave, tu stando dentro ai ferrati marmi e io fuori, vieni: d’amore prendiamo l’armi. Tommaso L’orto ameno!
ORIANA Dammi la chiave cuore mio!
Musica: il tema dell’eros al diapason. La luce scema sul biancheggiare della carne di suor Oriana.

IV - LA TORTURA - NAPOLI, 6 GIUGNO 1601

Entrano Sanchez e il nunzio Aldobrandini. Prendono posto dietro al scrivania. Entra il carceriere Martinez: è il pittore/jolly, in un’altra trasformazione.
SANCHEZ Giurate di dire la verdad.
MARTINEZ (con accento napoletano) Lo ggiuro, Eccellenza.
SANCHEZ II vostro nome e la vostra età.
MARTINEZ Mi chiamo Alonzo Martinez de Medina de lo Sero e ho 34 anni.
SANCHEZ Ma allora siete spagnolo, possiamo hablar nella nostra lingua!
MARTINEZ Mi dispiace assai, Eccellenza, ma sono stato portato a Napoli che ero piccirillo... non I’ho mai parlato, lo spagnolo.
SANCHEZ Siete voi che vi prendete cura dei carcerati in Castelnuovo?
MARTINEZ Sissignore, io solo mi prendo cura di loro.
SANCHEZ Avete parlato spesso con Tommaso Campanella?
MARTINEZ Si, Eccellenza, più volte aggio parlato con lui.
SANCHEZ Come risponde alle vostre domande?
MARTINEZ Sempre mi risponde spropositatamente.
SANCHEZ Da quando ha cominciato a non rispondere con senno?
MARTINEZ Il due di aprile che era propriamente la mattina della Santa Pasqua. Come avevo lasciato nella cella del detto Fra Tommaso una lanterna con l’olio e poi me ne ero andato ma questo la sera prima ecco che la mattina che era la Santa Pasqua...
SANCHEZ Questo lo avete già detto! Adelante! Andate avanti!
MARTINEZ Ecco, aggio trovato ca Fra Tommaso aveva bruciato o’ letto e nella prigione ci stava tutto fumo e Fra Tommaso stava a terra che pareva morto e allora l’aggio aiutato a rialzarsi e m’è venuto addosso e m’ha dato una paccara... uno cazzotto, Eccellenza, che per poco non mi ha staccato ‘a capa dal busto e da questo momento in poi sempre ha parlato spropositatamente e per esempio l’ho sentito dire che vuleva fa ‘a Crociata in Terrasanta e l’aggio pure sentuto dire a Cesare Spinola un altro carcerato che lo aveva confaloniero delle Crociate però duvcve diggiunare quaranta giorni e quaranta notti e Cesare Spinola lo burlava e gli diceva che era scemo...
SANCHEZ Credete che Campanella simuli la pazzia per evitare le pene che deve scontare?
MARTINEZ No, quello non “simmola” niente, chillo e pazzo!
SANCHEZ Quali altri testi si possono esaminare?
MARTINEZ Potete sentire a Cesare Spinola ma anche a Giulio Contestabile e a uno che si chiama Grillo e tutti vi diranno che Campanella è pazzo.
SANCHEZ (al Nunzio) Volete fare qualche domanda, Senor Nuncio?
NUNZIO No, Avvocato. Posso solo aspettare pazientando e pazientare aspettando.
SANCHEZ (a Martinez) Andate, voi.
MARTINEZ esce.
SANCHEZ È inutile aspettare, Monsignore. Dovrò sentire gli altri testimoni. Il processo sarà lungo.
NUNZIO Io invece vi consiglio di non perdere alho tempo. E poi, in altre occasioni avete avuto molta fretta. Forse troppa.
SANCHEZ Cosa volete dire?
NUNZIO Maurizio De Rinaldis, ricordate? Lo avete fatto impiccare in quattro e quattr’otto.
SANCHEZ Ma esta es una tonteria! Una sciocchezza! Maurizio De Rinaldis era il capo laico della rebellion!
NUNZIO Era anche proprietario di un ricchissimo feudo. Ma è morto senza eredi e la sua proprietà è passata a uno che sbavava per averla, il Barone di Morano.
SANCHEZ Yahora?
NUNZIO Ahora c’b che l’ex Barone di Morano, ora Marchese, è vostro parente. In cambio del favore che gli avete reso vi ha assegnato una villa del suo feudo, con il contorno di molti ettari di buon terreno coltivati a vigna. Ho fatto raccogliere le prove. Potrei invocare la legittima suspicione e denunciare I’infame baratto.
SILENZIO.
SANCHEZ Ci tenete tanto a quel fraile loco?
NUNZIO È la Chiesa che lo vuole.
SANCHEZ Ma che cosa se ne fa? Ha perdido la razòn, tiene il cèrebro corrompido!
NUNZIO Cosa?
SANCHEZ Il cervello! È guastado!
NUNZIO Guasto. Allora? Stasera stessa?
SANCHEZ Manana.
NUNZIO Vada per manana. Domattina consegnerete al Tribunale Ecclesiastico Campanella e gli altri frati.
SANCHEZ Come volete.
NUNZIO Vedo che lo Spirito Santo vi ha illuminato, sia pure tardivamente.
SANCHEZ Io sono buon cattolico y reconosco la superior autontad de la Iglesia. Adiòs, se~or Nuncio. Nunzio A Dio, avvocato Sanchez.
Escono.
Musica: tema della tortura. Entra il boia incappucciato.
Tommaso è in cella. Rientra il nunzio.
NUNZIO E allora, Fra Tommaso? Sono tredici mesi che fai il pazzo. Quando la smetterai con questa finzione?
TOMMASO (da dentro la prigione) Vogliatemelo leggere.
NUNZIO Bravo, continua a fare il furbo. Il Tribunale laico ha dovuto interrompere il tuo processo, per ti ha consegnato al nostro Santo Tribunale. Ma ti avverto: è più difficile ingannare i vicari di Dio che quelli di Cesare.
Tommaso, che appare stralunato, non risponde. Il nunzio si rivolge al boia.
Carceriere, portate il condannato nella stanza dei tormenti. Io ho ordine da Sua Santità Clemente VIII di controllare la vostra pazzia. E poiché la tortura è una prova giuridica, Fra Tommaso, sarete sottoposto alla prova.
TOMMASO (canta) La morte è dolce a chi la vita e amara, muoia ridendo chi ridendo nasce...
Il boia è uscito dalla porta interna del cubo, con Tommaso, e lo ha condotto nella parte destra della scena dove campeggia una sorta di porta dalla quale pendono delle corde. A mo’ di sgabello, un panchetto che ha al centro una aguzza lama di legno. La tortura va stilizzata con due semplici movimenti: il boia lega le funi ai pugni di Tommaso e tira in alto, provocandogli uno stiramento. Ppoi lascia la fune e Tommaso ricade sullo sgabello che gli lacera le carni.
Durante i preparativi della tortura, il pittore si accompagna alla chitarra e canta
PITTORE La morte è dolce a chi la vita è amara muoia ridendo chi ridendo nasce anche se di tormenti egli si pasce
parlato, con uno strappo di chitarra
4 di giugno 1600. Ora undicesima.
TOMMASO Madonna santissima aiutatemi. Dieci cavalli bianchi.
Il nunzio si è seduto al tavolo di destra e, penna alla mano, registra le risposte.
NUNZIO Da quanto tempo state carcerato e perché?
TOMMASO Scendetemi che dico ogni cosa Jesus traditori di gioia.
Il boia a un cenno del nunzio lascia la fune.
NUNZIO Ora rispondete a tono.
TOMMASO Che assassinamenti sono questi? Madonna di Loreto, tu sai che ti volevo fare una chiesa.
NUNZIO Vedo che cominci a ragionare. Allora, rispondi.
TOMMASO Io me ne andavo con li ferrazzoli del Casale di Pazzano presso a Stilo e fui preso da più di mille.
NUNZIO Perché ti catturarono?
TOMMASO Io predicavo il giudizio e bisogna che venga il Papa se il Papa non viene che rimedia a tutto non va bene.
NUNZIO Vuoi che ti faccia sollevare in alto?
TOMMASO Oddio non mi ammazzati io non vi ho offeso in cosa alcuna ma se volete cosi, la quarta non si paga più.
NUNZIO perché non dici la verità?
TOMMASO Non posso campare più scendetemi.
NUNZIO Se ti scendiamo dici il vero? Tommaso Tuttiquanti.
NUNZIO Fra Tommaso, basta con questa simulazione, altrimenti... Tommaso Io non ti fici nienti.
NUNZIO Come ti senti mezzo nudo senza il tuo saio di frate?
TOMMASO Io sto male. Cicco Vono fu!
NUNZIO Chi è Cicco Vono?
TOMMASO Un nimico mio. Ah figli di bagasce mi assassinate.
NUNZIO Parla, se non vuoi finire male.
TOMMASO Lasciatemi stare Fra Tommaso.
NUNZIO Chi e questo Fra Tommaso?
TOMMASO Fra Tommaso sono io.
NUNZIO Slegatelo.
TOMMASO (sciolto, crolla a terra) Fa presto fratello mio, patrimo ha da sapere ogni cosa, oh Papa santo!
Cambio di luci.
PITTORE (chitarra) Ora decima quinta del secondo giorno.
NUNZIO Hai deciso di deporre la simulazione?
TOMMASO (di nuovo issato) Basciatemi che io sono un santo et sono patriarca e mi sei parente e mi fai queste cose.
NUNZIO È duro il tormento della veglia, parla, Tommaso, confessa la finzione.
TOMMASO Lasciatemi stare Arciprete che vi dò 15 carlini.
NUNZIO Sei ostinato.
TOMMASO (lacrimoso) Ma io non vi fici niente.
NUNZIO (toccato) Ti conviene parlare, fratello.
TOMMASO No frate sono morto mille e seicento e voi sonate sonate.
Ricade, svenuto.cambio di luci. chitarra.
PITTORE Ora vigesima.
NUNZIO Da dove vieni e quanti anni hai?
TOMMASO (di nuovo issato) Aiutami frate.
NUNZIO Cosa vuoi?
TOMMASO Ho sete.
NUNZIO (al carceriere) Dategli da bere.
Il boia gli da’ da bere.
TOMMASO (al supplizio) Oddio non mi scannate!
NUNZIO Dimmi chi sei e se sei laico o religioso.
TOMMASO Sono di Stilo e sono frate domenicano. Ho preso l’abito alla Motta Gioiosa dov’i: Lucrezia mia sorella e Giulio mio fratello mia sorella si chiama Emilia figlia di mio zio e io la mantai col Santo Padre ohimé tutto mi doglio voglio cacare e pisciare!
Viene slegato e portato via.
PITTORE (canta) Andò cosi per due lunghi giorni; si pensa che Tommaso non ritomi allo stato normale ma resiste
Chitarra. Parlato:
È l’ora settima del cinque giugno.
Ricompaiono tommaso con il boia; Tommaso viene issato.
Tommaso Ahichemoro.
NUNZIO Perché hai tanta cura del corpo e non dell’anima? Tommaso L’anima è immortale!
Ricade. cambio di luci. Entra fra Dionisio. Tommaso viene di nuovo issato sul cavalletto.
NUNZIO (a Fra Dionisio) Eccolo li il vostro amico, eccolo il legislatore.
DIONISIO Ecce homo.
NUNZIO Non bestemmiate, Fra Dionisio Ponzio! Vi abbiamo fatto venire qui perché parliate al vostro complice e lo convinciate a dire la verità.
DIONISIO (a Tommaso amorevolmente) Hai capito cosa vogliono da te., fratello mio? Dicono che puoi evitare mille tormenti se ti confessi... Io ho detto tutto e niente mi hanno fatto... Parla, Tommasi, non farti squarciare le ossa, tanto la verità la scopriranno un ogni modo...
Tommaso non risponde.
Mi capisci, Tommasino mio?
TOMMASO Io non ti conosco ma pure se non ti conosco so che buono non sei vattene che volite da me?
Cambio di luci, mentre esce Dionisio.
PITTORE (accordo di chitarra) Ora vigesima terza.
NUNZIO Sono passate quasi 36 ore, Fra Tommaso. Parla, maledetto eresiarca! Confessa la tua simulazione! Non hai scampo, pensa a salvare l’anima che il corpo se ne va! Rispondi: perchi ti trovi qui carcerato?
Tommaso non risponde più. sembra diventato insensibile.Il nunzio si rivolge al boia, sadicamente.
Ancora! Non lo vedete che non sente più il dolore? più forte, stringete più forte!
Va da Tommaso e lo scuote.
Rispondi!
TOMMASO Che voliti da me? Nunzio, parla!
TOMMASO Moro moro moro.
NUNZIO (distrutto) Basta, tiratelo giù e rivestitelo. Aiutatelo a firmare l’atto formale per il riconoscimento giuridico della pazzia.
Il boia porta Tommaso vicino al tavolo scrivania. Il nunzio riprende l’aspetto formale. Gli da’ del voi.
Fra Tommaso Campanella, firmate qui. Basta anche un segno di croce e la forca l’avete scampata.
Tommaso firma. il nunzio si prende il registro e esce. Tommaso si rivolge al boia che l’aiuta a tornare in cella ed ha come un guizzo.
TOMMASO Si pensavano che io ero coglione, che volevo parlare!
PITTORE (canta) Quella lama di legno acuminata una libbra di carne gli tagliò e molta n’uscì pesta e infradiciata: un medico sei mesi lo curò Dalle arterie spaccate e dalle vene moltissimo sangue zampillò ma contro violenza cosa avvenne? Nell’anima e nel culo risanò Allora comincio per la sua vita al fine di salvare il suo messaggio una lotta lunghissima, infinita di resistenza e di virtù retaggio. Di fisica scrisse e d’astrologia tra i molti libri La Città del Sole e trenta tomi di teologia; piedi a mollo e per tavolo il bugliolo E nel mille seicento ventisei sfuggì alfine all’Inquisizione quando pareva ormai un agnusdei dopo quasi trent’anni di prigione.

V - IO SONO IL PARADISO E SON L’INFERNO

Tommaso e in carcere; attraverso le sbarre lo si vede dormire. Scoppia improvvisa una musica celestiale.
Dalla quinta entra, stranamente di profilo, un personaggio con le ali che somiglia a suor Oriana. In un angelo. Porta una sorta di pastorale ingemmato di rubini e in testa una mitria. Ha la veste riccamente lavorata. sempre di profilo recita, sotto la musica divina.
Fiori beati, fiammelle liete, amore spargono gioia preparano ai cuori ardenti. Evitare dovete ciò che non vi compete e che I’anima turba. Contro la tentazione recitate e pregate Son dall’amor salvate solo l’anime amanti Ehi Tommaso! Ehi Tommasì mi senti?
TOMMASO (svegliato) Oh ma tu chi sei mo’... E strano, mi sembri Suor Oriana. Ma la poveretta è morta or sono venticinque anni... E allora chi sei?
ANGELO Eh non lo vedi?
TOMMASO Un angelo, forse...?
ANGELO Ma certo, un angelo. I morti non ritornano dai vivi sono i vivi che tornano dal niente da cui sono venuti. Povero Tommaso sei ancora qui rinchiuso dopo quasi trent’anni, quando perfino le carte del tuo processo sono andate perse e non si sa più perché ti tengono in carcere...
Ride malignamente e in modo molto poco angelico
Scrivi lettere al Papa e perfino a Galilei ma nessuno risponde, tutti ti hanno dimenticato...
TOMMASO Forse, ma i miei libri...
ANGELO Chi vuoi che li legga, i tuoi libri? E poi
riso sardonico
andiamo, conosci niente di più inutile dei libri?
TOMMASO è un incubo o tu sei più maligno che angelicato.
ANGELO Il corpo giace e appena lo spirito fuggirà via non resterà più nulla.
TOMMASO Ma tu chi sei? Andiamo, dimmi chi sei...
ANGELO L’anima mia mandai negli alti spazi i segreti a scoprir del mondo eterno ed essa a me tornò cosi dicendo io sono il paradiso e son l'Inferno
Repentinamente si volta e mostra l’altro profilo, getta la mitria e rivela una double face diabolica. Le ali sono nere dall’altro lato e il pastorale b un forcone satanico. ride, sta volta d’un riso infernale.
Ah panciuto cialtrone dalle guance rosse vorrei che lo zolfo infernale ti cuocesse il grasso. lo stesso vedrai spiumerò la tua animula che resterà nuda come un verme... Poi la stampiglierò col mio sigillo e via con lei nel turbine del fuoco!
Esce sghignazzando col profilo infernale.

VI - URBANO VIII E LA MAGIA. VATICANO, 20 OTTOBRE 1634

Un frate incappucciato porta il papa, urbano VIII, in una sorta di doratissima carrozzella/ baldacchino e esce. Entra, trafelato, fra Tommaso.
TOMMASO Santità! Ho interrotto la mia lezione di teologia per accorrere al vostro appello e baciare i vostri santi piedi!
PAPA Lasciate stare i nostri santi piedi. Non vi abbiamo fatto venire in Vaticano per amore delle nostre apostoliche appendici... Noi vogliamo ancora una volta concedervi la nostra confidenza.
TOMMASO E io ne sono onorato ancora una volta. Posso soltanto lamentare l’incostanza con cui mi gratificate.
PAPA Siete un bell’ingrato! E dire che vi abbiamo tolto dai Castelli di Napoli e v’abbiamo alloggiato in Roma, al Convento di Santa Maria sopra Minerva! E se l’ordine domenicano vi ha conferito honoris causa il titolo di Maestro di Teologia, non è stato di certo senza la nostra approvazione!
TOMMASO Vi sono grato di aver dato un cosi alto riconoscimento ai miei trenta libri di teologia. Ma come posso essere grato a Padre Riccardi che mi accusa di trattare con voi d’astrologia, e non vuole restituirmi un manoscritto. Sono portato a pensare che voglia fare onore al suo nomignolo di Padre Mostro!
PAPA Tommaso, ti proibisco... Noi vi proibiamo d’insultare il Maestro dei Santissimi Palazzi!
TOMMASO Ma è cosi che lo chiama tutta Roma per la sua bruttezza e cattiveria!
PAPA Padre Riccardi è oratore non comune. E ha scritto un degno testo!
TOMMASO Il suo libro è tutto gentilismi, talmudismi e zannate burlesche sulle cose sacre! Ne ho estratto 64 proposizioni eretiche che posso mostrarvi anche ora!
PAPA Fra Tommaso! Se persistete nel vostro atteggiamento, vi scacceremo da noi all’istante!
TOMMASO (china il capo) Siamo figli dell’obbedienza.
PAPA (con dolcezza) Ventisette anni di duro soggiorno nelle carceri...
TOMMASO (dolcissimo) Trenta, Santo Padre. E se ci metto quelli giovanili il conto sale a trentadue...
PAPA ...nelle carceri, non hanno piegato il vostro orgoglio. Forse v’è noto il concetto di umiltà cristiana ma di certo ne ignorate la pratica.
TOMMASO Anche Padre Mostro la sconosce. L’ho udito in privato censurare le vostre poesie, mentre io le ho pubblicamente lodate!
PAPA Cessate di parlare di Padre Mostro!... uhm, di Padre Riccardi!
TOMMASO (sorride per il lapsus del Papa) Quel che vuole il Santo Padre è forza che vogliamo anche noi.
PAPA Volete sapere perché vi ho fatto chiamare?
TOMMASO Credo di si, ma non ho fretta. Prima voglio rivolgervi una supplica.
PAPA Avanti, Fra Tommaso. Voi sapete che vi vogliamo bene.
TOMMASO Riguarda il mio manoscritto, quello che... Padre Riccardi non vuole restituirmi: il “Quod Reminiscetur”.
PAPA Volete che vi dia l’imprimatur per le stampe, vero?
TOMMASO Precisamente.
PAPA In questo libro avete lanciato un messaggio perché si faccia un congresso universale delle genti, cristiane e non cristiane, per discutere sulla vera religione. E perché, una volta trovatala nel cristianesimo, tutti vi aderiscano, come predetto dal salmo messianico.
TOMMASO È così. voglio dimostrare la teoria platonica del ritorno della natura a Dio mediante la religione.
PAPA È una visione grandiosa ma poco realistica e un tantino pericolosa. Cosa accadrebbe se il Cristianesimo non fosse riconosciuto vera religione?
TOMMASO Siete voi a temerlo? Proprio voi che siete Pietroy Ma voi dovete “petrizzare” e non “machiavellirzare”!
PAPA Voi invece “platonizzate” e vi arrampicate sui vetri d’Utopia!
PAUSA.
Non posso concedervi l’imprimatur. Ve lo dovete guadagnare rispondendo alle accuse dei vostri avversari.
TOMMASO Ancora una volta baciamo i vostri santi piedi.
PAPA E noi ancora una volta vi diciamo di lasciarli stare! Tommaso Io sono la campanella dei vostri desideri. Suonate e io accorrerò.
PAUSA. IL PAPA SOSPIRA.
PAPA Eh, Fra Tommaso. Siamo profondamente angustiati. I nostri nemici spagnoli e non spagnoli continuano a tormentarci con funesti vaticini.
TOMMASO (sospira a sua volta) Lo so. L’avvicinarsi dell’eclisse li ha scatenati. Fanno a gara nel predire la vostra morte. Ma noi li sconfiggeremo!
PAPA (abbassa la voce) Con prudenza, Fra Tommaso. Molti hanno saputo delle nostre... delle vostre pratiche.
TOMMASO Questa volta metteremo in atto il cerimoniale più antico, secondo le descrizioni di Ermete Trismegisto.
PAPA Ma non si tratta di falsificazioni? Uno scrittore ginevrino asserisce che gli scritti attribuiti al vostro Trismegisto, antichissimo sacerdote egizio, appartengono in realtà all’opera di autori cristiani più recenti.
TOMMASO (alterato) Ciarle!
Si riprende.
Voglio dire che Trismegisto è il più divino di tutti i filosofi, io lo metto vicino a Mosè.
Mette sul tavolo una borsa.
Ho tutto il necessario per scongiurare gli infausti presagi.
Apre la borsa. ne estrae paramenti bianchi, sette pietre colorate, un liquore, delle erbe e sette grossi ceri.
PAPA Siete sicuro dell’efficacia di questa operazione?
TOMMASO Questa dottrina contiene elementi fallaci ma anche autentici rimedi. Siete pronto?
PAPA Siamo pronti.
TOMMASO Dovete indossare questi paramenti magici.
PAPA È proprio necessario?
TOMMASO Assolutamente. é scritto che lo scongiuro funziona solo se a farlo sono due coetanei, e noi lo siamo, essendo nati entrambi nel 1568. Ora devo bruciare queste erbe
ESEGUE
e accendere queste sette luminarie.
ACCENDE I SETTE CERI.
PAPA (ha indossato i paramenti bianchi) Che cosa rappresentano questi lumi?
TOMMASO Devono creare per artificio sette cieli favorevoli, per sostituire i cieli reali deteriorati dall’eclisse. E queste pietre colorate hanno i colori dello zodiaco.
Estrae dalla borsa un piccolo strumento, una specie di lira.
A mezzo di questo strumento eseguirò accordi musicali cari a Giove e a Venere.
PAPA A Venere? Dio mio...! E questo liquore?
TOMMASO E.distillato astrologicamente. Beviamo, Santo Padre.
Bevono.
TOMMASO (mormora il testo inciso da Ermete Trismegisto sulla Tavola di Smeraldo, rinvenuta nella Piramide di Giseh) Ciò che è in alto è come cio che è in basso e ciò che è in basso è come ciò che è in alto, perci0 si compiono i miracoli di una sola cosa. E siccome tutto proviene dall’UNO per la mediazione dell’UNO, cosi tutto nasce dall’UNO per adattamento.
PAPA Ah Fra Tommaso, somigliate a Simon Mago! Tommaso Forse,ma voi siete Simon Pietro! Papa
TOMMASO Tommaso Santo Padre.
PAPA Credete che quest’ansia di evitare il fato determinato dagli astri tradisca in realtà paura di morire
TOMMASO Voi avete paura del Maligno.
PAPA Allora sono buon cristiano.
BEVONO.
TOMMASO Sì, ma il diavolo è machiavellico, Santita.
PAPA Bisogna vigilare. Però voi, che fate professione di essere anti-machiavellico, non foste machiavellico quando a Napoli vi fingeste pazzo, per salvare la pelle?
TOMMASO E vero. Ma io ho voluto risparmiarmi per il bene pubblico. Per giovarvi, Vostra Beatitudine.
Il vino ha reso la lingua del papa più sciolta.
PAPA Tu sei furbo, Tommaso, ma la tua missione m’è sempre sembrata ambigua e sotto il segno dell’anfibologia. Per esempio risulta dai tuoi scritti che tu volevi riformare la Chiesa dagli abusi e ricondurre Stato e Religione in mano ad un Pontefice Monarca.
TOMMASO È vero, lo confermo.
Il papa beve; diventa più aggressivo: è la prima fase dovuta al vino astrologico.
PAPA Ma visto che hai predicato la religione naturale, questo tuo Pontefice era deista, forse? O animista? E come si concilia la tua teocrazia con il Papato, che e una istituzione storica? E chi lo deve applicare, questo ideale religioso e sociale? Il tuo metafisico della Città del Sole o un papa eletto di conclave?
TOMMASO Un Papa, certo, un Papa.
PAPA Fra Tommaso! Il tuo Papa somiglia più al Metafisico della Città del Sole che a un vero Pontefice, e questo Metafisico aveva l’eta e la sapienza del giovane Tommaso Campanella!
TOMMASO Il carcere duro di Castel Sant’Elmo mi ha guarito dalla presunzione, se non dall’orgoglio.
PAPA Non è bastato, come non sono bastate le torture! Campanella, sei tanto rotto ad astuzie e infingimenti che chiunque vorrà giudicarti si troverà impaniato!
TOMMASO Il secolo futuro ci giudicherà perché il presente sempre crocifigge i suoi benefattori. Ma poi resuscitano al terzo giorno o al terzo secolo.
PAPA Ahimè, se sarà il terzo secolo io non vedrò questa epifania.
Pausa.
Tommaso, non soltanto per fare esorcismi contro i cattivi astrologi t’ho chiamato. Tu sai che ti voglio bene.
TOMMASO Me l’avete sempre confermato. Spero che continuiate a farlo.
PAPA Tu sai che a Napoli c’e stata una sollevazione contro gli spagnoli. Quel tuo discepolo, Fra Tommaso Pignatelli, è stato scoperto e strangolato. Era il capo della congiura. Si dice che tu l’abbia istigato.
TOMMASO Lo so. Il gigante spagnolo vacilla ma prima di crollare vuole trascinarmi con sé.
PAPA Un tempo pensavi che solo il Re Cattolico, spagnolo, poteva conquistare il mondo pacificato, ora pensi che solo il Re di Francia può essere questo “unus pastor”. Questo cane del gregge ora lo fai spagnolo, ora francese!
TOMMASO Sono mutati i tempi. Ora spetta alla monarchia francese guidata dal grande Richelieu operare la comunione ecumenica delle genti.
PAPA Come lo chiami questo mutar d’opinione, Tommaso?
TOMMASO Realismo politico, Santo Padre.
Pausa. bevono. Entriamo nella seconda fase della sbronza astrologica. Siamo alla tendenza alla confessione.
PAPA Non mi fido di questo Cardinale Richelieu. E uno sparviero entrato nella Chiesa. Hai visto cosa ha fatto? Si è alleato con i protestanti del re svedese Gustavo Adolfo contro i cattolici dell’Impero Asburgico. Anche questo è realismo politico, eh? Ah, questo vino distillato e astrologico fa girare la nostra santa testa.
TOMMASO Se sarà ubriacatura, Santo Padre, sare ubriacatura planetaria, come si addice al Vicario di Dio in terra.
Urbano VIII abbraccia fra Tommaso.
PAPA Tu sai che ti voglio bene, Tommaso. Dimmi che lo scongiuro che mi hai fatto... funzionerà. Ho ancora tante buone azioni da fare, in questo mondo...
TOMMASO Giove e Venere in congiunzione allontaneranno la morte dai vostri santi piedi.
PAPA Ma lascia stare i miei santi piedi! Parlami di me!
TOMMASO Come si ricava da Nostradamus, voi vivrete a lungo, Santità! Lunga vita a Papa Urbano VIII Barberini!
Bevono.
PAPA Dimmi del popolo. Cosa dice il popolo di me?
TOMMASO Il popolo vi ama.
PAPA E poi?
Tommaso Vi onora.
PAPA E poi?
Tommaso Vi stima.
PAPA E poi?
TOMMASO Poiché Pasquino.
PAPA Ah. il satiro della plebaglia. Cosa dice Pasquino?
TOMMASO Che avere inventato il nepotismo.
PAPA Ma cosa posso farci, se ho troppi nipoti? Che altro dice?
Tommaso Che avete spogliato il Panteon delle sue lamine di bronzo. “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberin
PAPA Ma il bronzo pagano ci è servito per le colonne della “Confessione”, in San Pietro!
TOMMASO E per fondere artiglierie.
PAPA Chi l’ha detto?
TOMMASO Pasquino.
PAPA Di cos’altro si lamenta, questa mascheraccia?
TOMMASO Vi critica per Fontana di Trevi.
PAPA Si deve a me, papa Urbano VIII, se e più bella di prima! Ho profuso tesori per restaurarla!
TOMMASO Pasquino non è urbanista”. Dice che e il popolo che ha pagato il restauro della Fontana, perché avete messo una tassa sul vino: “Papa Urbano, dopo aver gravato di tasse il vino ora ristora i romani con l’acqua fresca”.
Bevono. Pausa.
PAPA Ascolta, Fra Tommaso. Ti ho chiamato per dirti che presto il Viceré di Spagna mi chiederà la tua estradizione. Io non potrò muovere un dito per il tuo corpo. Della tua anima sei responsabile tu solo.
TOMMASO E allora?
PAPA Ti consiglio di partire da Roma e dall’Italia. Vattene in Francia.
TOMMASO Quando?
PAPA Adesso, senza porre indugi. Io ti assisterò da lontano, con un fisso di 15 scudi d’oro. Vattene in Francia. Presentati al tuo geniale Cardinale Richelieu.
TOMMASO Sì, ma la stampa dei miei libri...
PAPA (ripete, con l’insistenza dell’ubriaco) Vattene in Francia, Fra Tommaso.
TOMMASO Voi però guardatevi qui dai vostri nemici, che sono anche i miei. Sono scoscienziatissimi, sono cani senza scienza alcuna, sono cani nescientes latrare!
PAPA O jactantia Campanellae! Vattene in Francia, Fra Tommaso.
TOMMASO Addio, Santissimo Padre. Con tutta l’anima bacio i vostri santi piedi.
PAPA Addio. E lascia stare i miei santi piedi.
Musica: tema della Francia.
Tommaso esce. Il frate incappucciato di prima entra e trascina via il papa nel suo baldacchino d’oro.

EPILOGO - VII - IL RE SOLE. PARIGI, LOUVRE, 6 SETTEMBRE 1638

Entrano gli attori Geronimo, Caterina, fra Dionisio, Oriana, vescovo e pittore/narratore. Hanno tabanelle e cappucci bianchi, sono una specie di riedizione dei solari. Sul tema della musica della città del sole compiono varie evoluzioni coreografiche intorno al grande sole di legno dorato posto all’imboccatura.del cubo. morti o vivi sono riconoscibili, attori e spettatori del trionfo di fra Tommaso Campanella. Accompagnato da fra Dionisio che suona la chitarra, il pittore narratore canta e racconta.
Canta:
Pittore Dopo ventidue anni di sterilità Anna d’Aush•ia, moglie di Luigi Tredici, mette al mondo il figlio di Sua Maestà. E la Regina chiama il Cardinale per conoscere il futuro del pargolo reale. Richelieu affida l’incanco del vaticinio a Tommaso, che a corte s’è creato un posto, con sagacia e raziocinio.
Entra Tommaso. ha in braccio il neonato, avvolto in una copertina d’oro. Il pittore passa al parlato.
Fra Tommaso trionfa, se non come famoso filosofo, almeno come celebre oroscopista. Declama: “Questo fanciullo si chiamerà Luigi Quattordici, sarà molto superbo e lussurioso e regnare a lungo duramente ma anche assai felicemente”.
Ma qui rifulge ancora una volta la superbia di Tommaso Campanella. Sentite cosa dice:
TOMMASO (alza il neonato, tenendolo tra le braccia levate) Quella Città meravigliosa che prende nome dal sole e c:.le altri ha tentato invano di edificare, io l’o assegnato a te, futuro re Sole!
La musica è al diapason.
Lce sfavillante che scema lentamente fino a lasciare illuminato solo il grande sole di legno, quindi la



FINE

 
 
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